For.Me by Elena Mirò and curvy women in painting
Elena Mirò is launching a new advertising campaign for its spring/summer 2013 collection For.Me (you can read it like “for me” or “forme” that in Italian means shapes or in this case curves) There’s a lot of glamour: a beautiful plus size model, Lauren McKenzie, a talented spanish photographer, Javier Vallhonrat, and a series of short films that will talk about beauty and sensuality.
The “Curvy evolution” is on the way, but the reason why I show you this brand new Adv is that I love the way Elena Mirò portrays women with curves. No longer grotesque, but chic and elegant.
The inspiration come from 17th and 18th centuries painting. Maybe because Vallhonrat is from Spain and he studied panting before becoming a photographer, but I see Goya, Velazquez and Tiziano in the pictures he made for For.Me.
A curvy woman sensually lying down (or standing on) a purple curtain, surrrounded by shadows and embraced by voluptuous hands. It reminds me painting like Maja Desnuda(Goya), Rokeby Venus (Velazquez), Danae (Tiziano).
Sensuality is mistery and woman is depicted like a diva.
A little food for thought in the era of photophop disasters:
Diego Velazquez painted Venus’s hips larger that her shouders to emphasis the sensual curve from hip to waist. It’s a “very material aesthetic sexuality—not sex, as such, but an appreciation of the beauty that accompanies attraction” ( Christie Davies,”Velazquez in London”. New Criterion, Volume: 25, Issue: 5, January 2007)
It’s something to reflect about, don’t you think?
As usual I remind you of the Blogger we want you contest arranged by Grazia.it. Please vote for me clicking on the heart botton you find here. Thank you so so much!
Elena Mirò lancia in questi giorni la nuova campagna pubblicitaria di For.Me per la primavera/estate 2013. Glamour a go go: una modella curvy di straordinaria bellezza, Lauren McKenzie, un fotografo spagnolo che riempie di suggestioni pittoriche le sue fotografie di moda, Javier Vallhonrat, e una serie di cortometraggi che si aggiungerà a quelli già girati da Antoine Asseraf & Renè Habermacher, Luca Finotti, Vincenzo Schioppa e Cathrine Westergaard e Nathaniel Kramer per Elena Mirò nella scorsa stagione.
La collezione è bella, innegabilmente. Ricercata nei materiali e nelle forme, con stampe coloratissime e dettagli forti, piena di abiti che vogliono mostrare il corpo, esaltarne le forme, valorizzarne la sinuosità senza cadere nel tranello del volgar-sexy.
Ma non è per questo che vi parlo della collezione. E non ve ne parlo perché la “curvy evolution“, come ormai tutti la chiamano, si sta diffondendo a vista d’occhio. Vi parlo di questa campagna per il connubio tra fotografia, arte, cinema e moda che mette in atto.
Mani che sbucano da uno sfondo rosso porpora accarezzano la modella che si abbandona lasciva ad un abbraccio misterioso e sensuale, denso di ombre. A me sembra evidente il richiamo a Tiziano Vecellio, a Diego Velazquez e soprattutto a Francisco Goya e alla sua Maja.
La sensualità sta nel mistero, sembrano dirci le foto di Elena Mirò, inaugurando di fatto un nuovo modo di intendere la donna curvy. Non più caricaturale, biecamente voluttuoso, ma elegante e sensuale. E per farlo prende ispirazione da modelli “alti”, celebrando la bellezza femminile ideale. La modella è raffigurata quasi come una dea.
Qualche piccola curiosità tecnica può fornire qualche spunto di riflessione in tempi di uso ardito del photoshop.
Nel realizzare la sua Venere e Cupido (Venere Rokeby) Velázquez raffigurò Venere accentuando la forma dei fianchi, che risultano ben più larghi delle spalle, per metterne in evidenza la curva e celebrare la bellezza del corpo femminile.
C’è di che riflettere!
Come sempre vi ricordo anche di votare per me al concorso per le nuove IT Bloggers di Grazia.it, cliccando sul cuoricino che trovate qui So che ve lo ripeto in ogni post, ma ci tengo davvero a questa opportunità.

Francisco Goya. The Nude Maja, circa 1797–1800, Oil on canvas. 97 cm × 190 cm (38 in × 75 in) Museo del Prado, Madrid

Diego Velazquez. Rokeby Venus, circa 1647–51. 122cm x 177cm (48in x 49.7in). National Gallery, London